BIOLOGICO – ITALIA PRIMA AL MONDO NELLA TRASFORMAZIONE DI PRODOTTI BIOLOGICI

L’Italia è tra i leader della produzione biologica a livello globale.

Siamo i maggiori produttori di agrumi al mondo (il 27% dell’intera superficie agrumicola italiana è biologica), il primo Paese europeo per l’ulivo (è biologica oltre il 20% della superficie nazionale a oliveti), per la frutta (quasi 25mila ettari, oltre l’11% della superficie totale) e per gli ortaggi (55.000 ettari, quasi l’11% della superficie nazionale a orticole).
Siamo al secondo posto al mondo per superficie a vite biologica (oltre 105mila ettari il 15,8% della superficie nazionale a vite), il secondo produttore al mondo di cereali (dopo la Cina): 10 ettari su 100 sono biologici, siamo al primo posto in Europa per numero di aziende biologiche.

I nuovi dati sull’andamento del mercato biologico nonostante una situazione economica italiana non particolarmente brillante, si confermano positivi, soprattutto per l’export, che ha visto nel 2018 un’ulteriore crescita del 10%, superando i 2 miliardi e 200 milioni di vendite, che rappresentano ora più del 5% dell’esportazione agroalimentare italiana.

Anche il mercato interno è cresciuto in modo positivo di oltre il 5% a confronto con la staticità del settore alimentare convenzionale attualmente in linea con l’inflazione.

All’aumento delle vendite hanno contribuito in maniera positiva sia la GDO, che altri canali: ristorazione, hotel, bar, gastronomie, mense, vendite online.

Ai primati nell’ambito della produzione agricola si affianca la leadership mondiale delle aziende che trasformano i prodotti biologici: si tratta di oltre 18.000 imprese di ogni dimensione, cioè oltre 3mila in più di quelle tedesche e francesi, 15mila in più della Spagna. Siamo il primo esportatore dell’Unione Europea (con oltre 2 miliardi di euro) e il secondo al mondo dopo gli Stati Uniti: prodotti biologici italiani si trovano negli scaffali dei negozi specializzati e dei supermercati di un’ottantina di Paesi, a testimonianza della fiducia e dell’apprezzamento per la qualità dei prodotti delle aziende italiane.
L’impegno è mantenere la leadership continentale per l’export, ma contemporaneamente aumentare la quota di consumi nazionali. L’Italia è al quinto posto al mondo e al terzo posto in Europa per entità del mercato interno, ma la spesa pro capite è ancora contenuta: parliamo di 52 EUR/anno, più o meno come il Belgio, più dei 42 della Spagna o dei 35 della Gran Bretagna, ma pochi se confrontati con i 288 EUR della Svizzera, i 278 della Danimarca o i 237 della Svezia.

Gli strumenti per accompagnare e favorire la crescita del mercato interno?

Migliorare continuamente il presidio della qualità, lavorare in ricerca e sviluppo per rispondere a anticipare la domanda del consumatore, potenziare il sistema di controllo con nuovi strumenti tecnologici, come le piattaforme per la tracciabilità delle transazioni. Ma anche lavorare sempre più sul versante dell’informazione, come Sana fa da oltre trent’anni.

L’impegno su informazione e promozione deve coinvolgere il sistema delle imprese e, auspicabilmente, il ministero delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo. Il regolamento europeo riconosce che la produzione biologico esplica una duplice funzione sociale, non solo rispondendo alla domanda dei consumatori di prodotti
naturali, genuini e affidabili, ma anche fornendo beni pubblici che contribuiscono alla tutela dell’ambiente, al benessere degli animali e allo sviluppo rurale.

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