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Le bottiglie della vendemmia 2020 registrano un risultato straordinario, soprattutto quelle destinate all’export e alla grande distribuzione. Ma crescere ancora non sarà facile e dunque questo, oltre che per i brindisi per i successi appena trascorsi, deve essere il tempo della programmazione di un presente futuribile e di un futuro che inizia adesso, fatto di promozione, consolidamento e fidelizzazione, puntando sulla qualità e sostenibilità, nel rispetto del prodotto e del territorio.

Alla richiesta di sostenibilità bisogna rispondere con la necessità di investimenti nella ricerca, per far sì che l’ecosostenibilità sia durevole; la salute del consumatore è fondamentale, e va tutelata, come vanno tutelate e valorizzate le eccellenze italiane. Le opportunità ci sono, specialmente all’estero, l’importante è non smarrire l’alta professionalità delle aziende, che le rende credibili e competitive in tutto il mondo.

Adesso ci vuole una forte promozione, perché tutti i produttori internazionali si muoveranno in questo senso, dunque non possiamo restare indietro e non difendere le nostre eccellenze.

Questa crescita è un dato che deve far riflettere, perché non si può crescere all’infinito, quindi dovremo concentrarci sul consolidamento, la fidelizzazione, l’innalzamento della qualità e della sostenibilità. Sottolineando la straordinaria tenuta del settore, nelle previsioni pre-Covid si pensava di crescere del 3-5% rispetto all’anno precedente. Durante tutto il periodo del lockdown le stime facevano ipotizzare una chiusura tra il -4 e il -14%. E se la Francia è contenta del suo -18%, cosa dovrebbe dire l’Italia con un dato reale del +2.8%? I dati in volume confortano, quelli a valore un po’ meno, ma certamente abbiamo retto l’onda d’urto della pandemia. Sul valore della direzione da intraprendere per il futuro insistono tutti, la promozione è decisiva come il rafforzamento della filiera soprattutto sul mercato interno e l’ampliamento dei mercati esteri di destinazione, ci vuole molta diversificazione.