MACCHINE UTENSILI IN CRESCITA ANCHE NEL 2023, CON TRANSIZIONE 5.0 4 MILIARDI A SUPPORTO DEGLI INVESTIMENTI IN TECNOLOGIE GREEN E DIGITALI DELLE IMPRESE

Il comparto dei costruttori di Macchine utensili, Robot e Automazione ha chiuso il 2022 con un valore della produzione che ha toccato la quota record di 7,28 miliardi di euro (+15%): una crescita destinata a proseguire anche nel 2023, quando dovrebbe arrivare a toccare i 7,8 miliardi di euro (+7%).

Considerando, oltre ai macchinari, anche le vendite di parti, utensili, accessori ecc. le vendite del settore hanno raggiunto la ragguardevole cifra di 10,48 miliardi di euro.

Il consumo nazionale di macchine utensili cresce del 26%

I dati relativi a vendite, export e consumo confermano l’Italia come quarta potenza mondiale del settore su tutte le tre dimensioni.

Il settore è infatti in piena salute non soltanto dal punto di vista delle vendite dei costruttori di macchinari, ma anche se consideriamo la domanda di macchinari da parte delle fabbriche italiane.

Il consumo nazionale di macchinari, infatti, passa dai 5 miliardi del 2021 ai 6,31 miliardi di euro del 2022 (+26%).

La crescita della domanda ha favorito sia le vendite dei costruttori italiani sia le importazioni dall’estero. In particolare, l’incremento delle consegne sul mercato interno è del 21,6% (3,81 miliardi) mentre le importazioni crescono a 2,5 miliardi (+33,3%).

Aumenta l’utilizzo della capacità produttiva

La performance positiva dell’industria italiana del settore si è riflessa sul livello di utilizzo della capacità produttiva, la cui media annua è aumentata passando dall’80,2% del 2021 all’86,6% del 2022.

Le tendenze per il 2023: ancora crescita (+7%) ma ordini in calo

Per il 2023 ci si attende ancora una crescita del comparto, con le vendite che toccheranno i 7,8 miliardi di euro. Il dato farebbe segnare un +7% rispetto al 2022.

Quanto al consumo nazionale i 6,31 miliardi di euro del 2022 dovrebbero crescere a 6,8 miliardi (anche qui con una crescita del 7%).

A destare qualche preoccupazione è però l’andamento degli ordinativi, che nel primo semestre risultano in calo condizionati dal contesto internazionale, dalla crisi dell’automotive, dall’andamento dell’inflazione e del costo del lavoro, nonché dalla forte riduzione degli incentivi previsti dal piano Transizione 4.0.

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